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Roma, celebrazioni per il 137° anniversario della breccia di Porta Pia

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Roma, giovedì 20 settembre 2007

La deposizione delle corone ai caduti

Si è tenuta oggi di fronte alla breccia di Porta Pia la celebrazione del 137° anniversario della presa di Roma, a seguito della quale la città divenne capitale del Regno d’Italia. A commemorare l’evento erano presenti istituzioni pubbliche e associazioni laiche, liberali, repubblicane e di libero pensiero.

Franca Eckert Coen, delegata del Sindaco di Roma

La celebrazione, organizzata dal Comune di Roma, ha annoverato tra le presenze istituzionali anche la Provincia di Roma e un picchetto d’onore del corpo dei Bersaglieri. Tra le associazioni presenti, quelle mazziniana e garibaldina, l’Unione degli Atei e Agnostici Razionalisti, quella dei combattenti e reduci dei Bersaglieri e il Grande Oriente d’Italia.

La cerimonia, da qualche anno tornata in auge dopo essere stata celebrata in tono dimesso per quasi tutto il dopoguerra, ha visto la deposizione di varie corone di fiori da parte di ogni istituzione e associazione ai piedi dell’obelisco eretto dal Comune in ricordo del 20 settembre 1870, mentre il picchetto militare rendeva gli onori ai caduti della battaglia. Successivamente, in rappresentanza del Comune, ha preso la parola la consigliera delegata del Sindaco per le politiche della multiculturalità Franca Eckert Coen, la quale ha ricordato come la presa di Roma fosse stato l’atto terminale di una lunga lotta politica tra il Regno d’Italia e il papato e ha sottolineato come, ancora ai giorni nostri, vi siano talora stridenti contrasti tra confessionalismo e laicità.

Ha quindi sostenuto che - in alternativa alle intese che lo Stato avesse intenzione eventualmente di stipulare con qualsivoglia gruppo religioso - è ormai ineluttabile l’adozione in tempi brevi da parte del Parlamento di una legge sulla libertà religiosa che tuteli i singoli cittadini in quanto tali, non in quanto gruppo, nel libero esercizio della propria religione o del proprio credo filosofico o morale.

Un momento della manifestazione pomeridiana

Hanno preso poi la parola gli esponenti delle altre associazioni, le quali hanno ribadito come non esista alcuna differenza tra i termini “laicità” e “laicismo”, ed espresso il loro convincimento che non esiste nella società italiana una contrapposizione tra laici e cattolici, quanto tra laici e confessionalisti.

Emma Bonino e Rita Bernardini

La mattinata è proseguita poi nella visita al Museo Storico dei Bersaglieri, situato proprio all’interno delle mura di Porta Pia dal lato di via XX Settembre mentre in precedenza, prima delle celebrazioni ufficiali, vi è stata anche una breve cerimonia di alcuni nostalgici del Papa Re: una delegazione di Militia Christi, associazione fondamentalista cattolica, ha deposto una corona di fiori in ricordo dei morti dello Stato Pontificio e poi si è riunita in una vicina chiesa per celebrare una Messa di suffragio.

Nel pomeriggio si sono tenute altre due manifestazioni, una istituzionale, organizzata alla Protomoteca in Campidoglio, sul tema Roma Capitale di un’Italia libera e democratica che ha visto come relatori, tra gli altri, lo storico Lucio Villari e il sociologo Franco Ferrarotti, e una organizzata davanti Porta Pia dai Radicali di concerto con altre associazioni laiche, dal nome No Vatican No Taliban, nel quale hanno preso la parola vari esponenti politici (Emma Bonino, Fulvia Bandoli, l’eurodeputato Maurizio Turco) e delle associazioni, che hanno denunciato il silenzio della stampa sulle esenzioni fiscali concesse alla Chiesa cattolica in Italia e richiamato l’attenzione sui tentativi della diplomazia vaticana di far approvare in Slovacchia e, più in generale, nei Paesi dell’Est europeo, articoli delle Costituzioni nazionali che autorizzino l’obiezione di coscienza in questioni morali. La manifestazione è poi proseguita con un corteo-fiaccolata che da Porta Pia si è diretto attraverso piazza della Repubblica e piazza Venezia verso Campo de’ Fiori, davanti al monumento eretto in ricordo del rogo di Giordano Bruno.

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