Economia: quotazioni record per il petrolio, sfondati i 105 dollari a barile

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giovedì 6 marzo 2008 Si fa inarrestabile la corsa del petrolio, che, da quando ha superato i 100 dollari, non sembra voler fermare la corsa al rialzo delle quotazioni. Sul NYMEX, il New York Mercantile Exchange, il greggio con consegna ad aprile 2008 ha toccato i 105,10$, per poi ripiegare subito dopo intorno ai 104,5$.

Si tratta della quotazione più alta di sempre, che si instaura in un clima molto teso per l'economia, le materie prime e i cambi. Questa mattina, infatti, l'euro ha raggiunto quota 1,5348 nei confronti del dollaro, ciò significa che per acquistare un biglietto verde sono sufficienti appena 0,65 €. Ma non solo contro l'euro: la divisa statunitense perde terreno anche nei confronti del franco svizzero, con il cambio, vicino alla parità, a 1,0280.

Probabilmente, a causare l'ennesimo indebolimento del dollaro è stata la notizia dell'esplosione verificatasi stamattina a New York, presso l'edificio dell'Armed Forces Recruiting Station, all'incrocio tra la 43esima e la 44esima strada, e poco distante da Broadway.

Tutto questo ha ovvie ripercussioni sui costi di ogni bene materiale: solo pochi giorni fa l'ISTAT ammise che l'inflazione "sui beni di consumo" era del 4.8%. L'Eurispes invece l'ha valutata all'8%. Si tratta di un problema che non pare affatto destinato ad una soluzione a breve. Un altro dramma è il costo del cibo: la FAO e il PAM hanno lanciato l'allarme sui costi dei loro programmi alimentari: con il grano che ha raggiunto i 12 dollari al bushell, hanno adesso la necessità di maggiori fondi per i loro programmi d'assistenza, oppure saranno costretti a ridurli lasciando senza risorse di sostentamento milioni di persone. I costi del petrolio, e la micidiale concorrenza dei biofuel sono un autentico dramma: il petrolio incide, negli USA, per il 95% nel costo dell'agricoltura, mentre i terreni coltivabili sono sempre di meno, minacciati da desertificazione, allevamento animali (a scopo alimentare, sia con i pascoli che per i mangimi, e infatti sempre maggiore è la produzione di mais piuttosto che grano) e carburanti "verdi", nonché dall'avanzata degli insediamenti abitativi e produttivi. La Coldiretti, a proposito di costi indotti dal caro petrolio, lamenta un aggravio di costi stimato in 100 milioni di euro. Anche altre materie prime sono in rapida ascesa: rame, dell'alluminio e del ferro tra queste. Sono sempre più diffusi i furti di cavi elettrici e oggetti in rame, mentre il ferro ha battuto già da alcuni giorni la soglia dei 79 dollari alla tonnellata. È il sesto aumento dal 2001 e il prezzo è addirittura quintuplicato. E i produttori di acciaio prevedono aumenti del minerale ferroso in ragione del 65% già dal prossimo aprile, addirittura esultando visto che temevano un aumento anche maggiore: ma nondimeno si prevede che il costo dell'acciaio, nonostante e anzi proprio per la grande domanda, salirà a breve del 20%.

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