Nuove prospettive per Wikimedia Italia nel 2008: intervista al direttivo

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Wikimedia Italia in cerca di segnali dal mondo
intervista a cura di team Wiki@Home

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Questo articolo cita la Wikimedia Foundation o uno dei suoi progetti o persone ad essi legati. Vi informiamo che Wikinotizie è un progetto della Wikimedia Foundation.

lunedì 24 marzo 2008

Introduzione

Il 9 marzo scorso si è svolta, nel Negozio Civico a Milano in Corsia dei Servi, la quarta assemblea di Wikimedia Italia. Cosa siamo e dove vogliamo andare noi enciclopedisti (e non solo) del terzo millennio? Dopo l'assemblea nazionale di WMI lo staff di Wiki@Home, incurante delle festività pasquali, ha pensato di fare il punto della situazione intervistando il direttivo di Wikimedia Italia.

Il direttivo WMI: chi sono

Da sinistra a destra: Gvf, P.Tasso, Frieda, Paginazero all'assemblea di marzo

Il direttivo dell'associazione è formato da:

L'intervista

W@H Domenica 9 marzo si è tenuta la quarta assemblea di Wikimedia Italia: molti convenuti e un certo interesse mediatico. Normale routine o un momento alto della vita comunitaria wiki? Vi siete stupiti della presenza di tanta stampa?

Gianluigi Gamba (Paginazero): No, la presenza della stampa non mi sorprende, anche se mi pare che la "luna di miele" con i media stia iniziando a raffreddarsi. Continuo però a pensare che l'assemblea sia un momento interno della vita comunitaria di Wikimedia Italia e che tutto sommato sia abbastanza noiosa per chi non fa parte dell'associazione o non segue in prima persona i wiki-progetti (ma sono anche stato smentito da un amico - folle - che si è guardato tutta la registrazione audio/video fatta da Radio Radicale...). Penso che valga la pena, in futuro, di pensare ad eventi che prevedano a fianco del momento interno dell'assemblea anche un momento esterno di presentazione, celebrazione, rendicontazione, sensibilizzazione, contatto-coi-media etc. disgiunto dai lavori assembleari in senso stretto.
Piero Grandesso (piero tasso): L'assemblea doveva esser semplice routine, ma come altre volte ne è uscito un bel momento di confronto: penso che sia normale per i soci sfruttare e apprezzare i momenti dal vivo, dato che i nostri contatti solitamente avvengono via internet. La stampa, nelle apparizioni di Wikimedia Italia e di wikipediani a Milano, è sempre stata numerosa, quindi me l'aspettavo; mi stupisce semmai il fatto che ciò valga meno per altre città, ed il fatto che continuiamo ad essere un argomento molto appetibile.


W@H Quanto è difficile mettere d'accordo le persone e tenere insieme degli spiriti indipendenti quali sono in genere gli appartenenti alle comunità wiki?

Gamba:Credo che gli spiriti indipendenti debbano essere lasciati liberi di esprimersi, finché restano all'interno della cornice dei nostri obiettivi statutari. Sono felice, ad esempio, dello strascico di "voglia di fare" sul territorio che ha fatto seguito all'assemblea milanese. Spero trovi modo di concretizzarsi.
Giulia Clonfero (Xaura):Non è possibile e non è l'obiettivo dell'associazione "mettere d'accordo" e "tenere insieme gli spiriti indipendenti" dei soci. Diventa facile solo quando abbiamo molto chiaro l'obiettivo per cui lavoriamo. Il direttivo non tiene assieme nulla, si limita a cercare di coinvolgere i soci nelle iniziative dell'associazione.
Grandesso:Direi che ci si riesce bene e la cosa viene da sola, non è il direttivo a mediare, sono i soci che discutono; d'altra parte si tratta di comunità wiki basate sul consenso... :-)


W@H I giornalisti presenti hanno ventilato l'ipotesi che la comunità di Wikipedia, con particolare riferimento agli amministratori, stia diventando un "potere forte". Che ne pensate di tale ipotesi?

Gamba: Definiamo per favore "potere forte". Se è nell'accezione con cui ho sempre sentito usare quest'espressione in campo politico, allora è un'ipotesi ridicola. E gli amministratori di Wikipedia sono una novantina, un numero sufficiente a garantire un pluralismo di opinioni, sempre all'interno dell'obiettivo di realizzare un'enciclopedia (e non qualcos'altro).
Clonfero:Mi sembra un po' esagerato. Al limite può essere interessante che la massa dei contributori diventi un po' più consapevole e interpreti un ruolo attivo nella ricerca di informazioni, nella scelta della fonti, nel discernere le notizie. Non so se questo sia un potere forte, direi di no. Certamente considero auspicabile che ogni persona sia capace di comprendere e valutare quello che legge, l'ignoranza è una forma di debolezza. Forse dal punto di vista dei giornalisti questo è un "potere forte"... può darsi, visto che siamo in una democrazia.
Grandesso:Penso sia facile, per un esterno, approcciarsi alla comunità di Wikipedia e rimanerne un poco scottato: il "libera" e l'apertura di Wikipedia creano grandi aspettative, mentre l'approccio collaborativo richiede umiltà ed una forma mentis che non sono ovvie né automatiche nella vita reale; poi ammettiamo pure che non tutti i wikipediani hanno troppo senso dell'ironia!
Ma da qui a parlare di potere forte degli amministratori mi sembra sia lunga, anche perché semmai si dovrebbe parlare di utenti, non solo di amministratori (che operano sotto mandato della comunità ed in maniera trasparente).


W@H Si è sentita la necessità di una lettera, scritta da Frieda in qualità di Wikimedia Evangelist, per ribadire ancora una volta dei messaggi che non sembrano riuscire ad affermarsi sui media, per esempio che Wikimedia Italia non è responsabile per Wikipedia e altri progetti e che non esiste la fantomatica "Wikipedia Italia" continuamente citata dalla stampa. Perché la filosofia e il funzionamento dell'enciclopedia sembrano ancora così "oscure" alle masse?

Gamba: Pigrizia mentale di alcuni operatori dei media che pensano che per parlare di Wikipedia e Wikimedia sia sufficiente leggere due discussioni al bar di Wikipedia. Il wiki-microcosmo è molto più articolato e complesso.
Clonfero:La gente che incontriamo ci dice che conosce wikipedia, ma solo perché la consulta. Al mio admin di fiducia dico continuamente che le pagine di aiuto sono inservibili: troppe, troppo lunghe e difficili. Io penso ai progetti WMF come alla rivoluzione copernicana della nostra epoca: cambia il fulcro, non è lo stesso modo di concepire la conoscenza. Le persone in genere hanno bisogno di confrontarsi con esperienze note, rassicuranti, pertanto la filosofia wiki va ricondotta a qualcosa di già visto, già sperimentato, già vissuto. Mi ricorda certe volte del Palladio, che per decenni sono state studiate senza che un solo programma di architettura per computer fosse in grado di giustificarne il funzionamento: non avrebbero dovuto stare in piedi, mancava qualcosa (qualcosa come un comitato editoriale o un interesse, un "potere forte" che dettasse legge). Alla fine si è scoperto che erano semplicemente gli strumenti ad essere rozzi ed imprecisi. Infatti la volta è lì da quasi 500 anni.
Grandesso:La struttura dei progetti Wikimedia non è l'argomento più avvincente del mondo ed i nomi sembrano fatti apposta per creare confusione. In questo senso i giornalisti fan confusione come la fa qualsiasi altra persona che non sia sufficientemente addentro ai progetti WMF.
Il fatto che la filosofia non sia ancora chiara ai più è probabilmente legato al fatto che il sistema è realmente rivoluzionario: un sito pieno di informazioni, senza doversi registrare per visualizzarle, qualche anno fa era raro; qui invece non serve registrarsi nemmeno per scriverle, le informazioni! È un passo non ovvio ed è comprensibile che la maggior parte delle persone si limiti a consultarla.
Nel merito di quella lettera c'è poi anche il problema che un giornalista dovrebbe leggere il materiale informativo che forniamo proprio per evitare gli errori più comuni.
Da sinistra a destra: Xaura, Sbisolo, Gvf, Nick1915 all'assemblea di settembre '07


W@H Anche i casi Domenici e Di Bello sono legati alla scarsa conoscenza dei meccanismi base dei siti WMF? Qual è la vostra reazione davanti a critiche e accuse,specie se percepite come ingiuste?

Gamba: Segnalare allo studio legale che di volta in volta ci contatta che (1) Wikimedia Italia non gestisce l'edizione in lingua italiana di Wikipedia, né è responsabile dei suoi contenuti. Che (2), per statuto, il ruolo di Wikimedia Italia si limita alla promozione e diffusione sul suolo italiano di Wikipedia e degli altri progetti della Wikimedia Foundation simili ad essa per finalità e modalità e che (3) l'affiliazione esistente tra Wikimedia Foundation e Wikimedia Italia è limitata al solo concedere a Wikimedia Italia l'utilizzo sul suolo della Repubblica Italiana dei marchi e dei loghi di Wikipedia e dei progetti gestiti dalla Wikimedia Foundation per poter perseguire le proprie finalità di promozione e raccolta fondi.
Naturalmente, se dipendesse da me eliminerei da Wikipedia tutte le voci di aziende, di persone viventi e di persone morte da meno di un secolo, ma mi rendo conto che la mia è una posizione un poco estremista, e non ci salverebbe comunque dalle liti tra sedicenti casati nobiliari.
Clonfero:Non credo sia solo scarsa conoscenza dei meccanismi di Wikipedia. Semplicemente l'obiettivo di alcune persone è diverso dal nostro. Il nostro obiettivo sarebbe convincere anche loro a pensare secondo i cinque pilastri dei progetti, forse col tempo la situazione migliorerà.
Grandesso:Non so se si tratta di scarsa conoscenza dei meccanismi; penso che quando vi sono problemi di questo tipo (seri, quindi) il rimando all'indirizzo e-mail a cui scrivere sia ben in vista.
È evidente che vi sono persone che sfruttano l'apertura di Wikipedia per proprio tornaconto anche inserendo informazioni diffamanti: la soluzione a questo problema non è però ridurre l'apertura di Wikipedia, è semmai perseguire chi inserisce queste informazioni, facendo capire che Wikipedia non è terra di nessuno. Penso poi che la comunità stia facendo davvero grandi sforzi per limitare questi problemi, considerando che sono tutti semplici volontari.
È un po' come una città nella quale chi lascia cadere in terra una carta venga redarguito da altri cittadini (che si occupano anche di pulire...); non capita tutti i giorni nelle nostre città!


W@H Presidente, come stemperi la tensione in momenti difficili o particolarmente stressanti della vita associativa? Qual è il pensiero ultimo che aiuta un wikimediano a non mollare e a mantenere (in modo volontario, com'è noto) una posizione che, con il passare del tempo e l'aumento di polemiche esterne all'associazione, diventa sempre più scomoda?

Gamba: Non la stempero. Infatti ho bisogno di almeno sei mesi di esilio dorato. :o) Fuor di scherzo, ho sempre trovato aiuto nel constatare cosa Wikipedia è diventata nonostante gli schizzi di fango che possono caderle addosso, e questo semplicemente leggendo le voci e restando alla larga dalle nostre polemiche ombelicali e autoreferenziali. Un'altra grande "ricarica" mi viene dalla comunità stessa e dal vedere quanto è motivata, l'assemblea milanese non ha fatto eccezione.


W@H Wikipedia occupa sempre più di frequente spazi sui mezzi d'informazione, l'ultimo articolo rilevante, in ordine di tempo, è quello sull'Economist. Ma quali sono a vostro parere le vere prospettive del progetto? E l'associazione in che direzione si muoverà, quali sono i progetti per i prossimi mesi?

Gamba: Non possiamo prescindere dalla direzione in cui si muoverà Wikimedia Foundation, che dovrà anch'essa prendere decisioni impegnative sul futuro dei progetti (non ultimo, la carsicamente ricorrente discussione sull'apertura alle inserzioni pubblicitarie). La "vera prospettiva" del progetto Wikipedia non è un segreto: realizzare un'enciclopedia che sia considerata un common, un "bene comune", per tutto il mondo. La tecnologia potrà cambiare il modo di fruirla, ma lo scopo è chiaro.
Clonfero:Non sono capace di fare previsioni sul futuro di Wikipedia, spero abbia la capacità di arricchirsi, rinnovarsi e rimanere autenticamente aperta ai nuovi contenuti. L'associazione sta tastanto un terreno nuovo: stiamo andando ad incontrare i protagonisti della cultura tradizionale ovvero i bibliotecari, gli editori e gli autori di libri, i cinefili... Ottima occasione per far crescere l'associazione.
Grandesso:I progetti minori hanno ancora un enorme potenziale di crescita, nessuno escluso, e così pure le Wikipedie nelle lingue minori. Wikipedia, anche in lingua italiana, ha raggiunto dimensioni ragguardevoli. Un futuro che mi piacerebbe vedere (e forse qualche timido accenno c'è già) è la nascita di nuovi progetti - anche esterni a WMF - che facciano proprio il contenuto di Wikipedia, chi per validarlo (immagino quanto potrebbero fare le Università in questo senso), chi per approfondirlo ed adattarlo secondo i vari interessi settoriali. Il contenuto dei progetti WMF è di tutti, basta usarlo (e restituirlo al mondo migliorato ed ampliato, possibilmente).
L'Associazione sta cercando nuovi contatti con quanti, per lavoro o per passione, "fanno sapere" o comunque partecipano al sapere. Per i prossimi mesi prevediamo interessanti partecipazioni; per cominciare saremo a Galassia Gutenberg dal 28 al 31 marzo, quindi i campani vengano a trovarci, che è la nostra prima apparizione in zona!


W@H Grazie a tutti per la disponibilità, e buon lavoro.


Wiki@Home-video

Alcuni partecipanti e la stampa in fondo

La massiccia presenza della stampa all'assemblea ci ha incuriosito. Quelli qui proposti sono alcuni brevi video fatti alla stampa e ad altri personaggi presenti e in qualche modo esterni all'associazione, e che inaugurano una nuova modalità di interviste W@H: wiki@home-video.

I filmati

Non è la prima volta che siamo sotto osservazione da parte dell'accademia, ma forse è la prima volta che lo sguardo è quello dell'antropologia. La comunità wikipediana verrà studiata come una tribù del Borneo...


Molta stampa all'assemblea, due telecamere e una mezza dozzina di giornalisti di svariate testate (Gazzetta dello Sport, Repubblica, Corriere, Gioia, Rai ecc.); abbiamo chiesto a due di queste il perché della loro presenza.


Uno dei progetti sostenuti da WMI è WikiAfrica: il tentativo, ancora in fieri, di contattare e sviluppare la parte africana dei progetti wiki. Due rappresentanti di Lettera 27, l'associazione che segue e dirige il progetto, hanno risposto alle nostre domande.

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