Scaramella resta in carcere

Questa pagina è protetta
Da Wikinotizie, le notizie a contenuto aperto

sabato 30 dicembre 2006

Il Giudice per le indagini preliminari di Roma, Valerio Savio, ha rigettato l'istanza per la concessione degli arresti domiciliari presentata dalla difesa di Mario Scaramella, il faccendiere arrestato alla vigilia di Natale per calunnia aggravata. Secondo il magistrato sussistono ancora i pericoli di inquinamento delle prove, di reiterazione del reato e di fuga dell'indagato. Su Scaramella gravano, inoltre, l'accusa di traffico di armi e violazione del segreto d'ufficio.

Nelle 13 pagine dell'ordinanza firmata, Savio definisce Scaramella un «personaggio leonardesco» privo di «ogni scrupolo personale», abilissimo a costruire su fatti veri ipotesi inesistenti e capace di accusare di un reato che prevede una pena fino all'ergastolo personaggi non collegabili ai fatti denunciati, riferendosi alla presunta preparazione di un attentato a danno del senatore Paolo Guzzanti. Il magistrato ha inoltre sottolineato il contenuto del curriculum vitae dell'indagato: le qualifiche, gli incarichi, le consulenze ad altissimo livello, la conoscenza di tecnologie sofisticate e le esperienze di insegnamento in numerosi Paesi esteri appaiono «del tutto inattendibili se riferiti ad una persona di soli 36 anni».

Il Gip, inoltre, ha qualificato Scaramella come persona capace di ottenere atti di indagini preliminari condotte dalla Procura di Napoli, spacciandosi «falsamente per agente dei servizi segreti» e di «manovrare» ufficiali di polizia giudiziaria al fine di ottenere notizie riservate.

«Continuiamo a ritenere che la custodia cautelare in carcere sia una misura intempestiva, ingiustificata e soprattutto sproporzionata»: questo il giudizio dell'avvocato Sergio Rastrelli, difensore di fiducia di Mario Scaramella. «Prendiamo atto con amarezza - ha continuato il legale - della decisione del giudice senza naturalmente condividerla sia nei termini sia nelle motivazioni sia negli esiti. Abbiamo già presentato oggi istanza motivata di riesame al Tribunale della libertà di Roma».

Notizie correlate

Fonte