Vittorio Emanuele sarà interrogato il 20 giugno

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18 giugno 2006

"Io sono innocente: queste accuse non stanno né in cielo né in terra": con queste parole, Vittorio Emanuele di Savoia ha proclamato la sua innocenza ai suoi legali, dopo l'arresto – eseguito il 16 giugno scorso con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, al falso e allo sfruttamento della prostituzione.

Il giudice per le indagini preliminari, Alberto Iannuzzi, intanto, ha fissato la data dell'interrogatorio di garanzia per il prossimo 20 giugno, dunque entro il termine previsto dal Codice di procedura penale. Parlando ai microfoni di un telegiornale, il magistrato ha sottolineato l'esistenza di "indizi gravissimi" in relazione a fatti "estremamente allarmanti" che "giustificano ampiamente" l'arresto del discendente di Casa Savoia, documentati nelle circa duemiladuecento pagine dell'ordinanza che ne ha disposto la carcerazione.

Anche il figlio di Vittorio Emanuele, Emanuele Filiberto, al quale è contestato un episodio relativo ad un'incursione informatica mirante ad oscurare un sito sgradito ai Savoia. "Sono pronto a venire in qualsiasi momento in Italia: non ho nulla da nascondere. Ho sempre vissuto onestamente e non ho mai fatto una virgola di traverso", ha dichiarato. "Contesto tutte queste accuse, ho piena fiducia nelle istituzioni e nei magistrati italiani, e spero di essere sentito al più presto, perché vivere in una situazione così è impossibile per me e per la mia famiglia".

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