Intervista a Natale Liggi, papà di Ivan, un poliziotto in carcere
3 agosto 2006
Ivan Liggi è un ex poliziotto, in carcere dal 16 ottobre 2004 perché un colpo, partito dalla sua pistola d'ordinanza, ha colpito a morte Giovanni Pascale, un giovane riccionese che inspiegabilmente - nel febbraio 1997 - non si era fermato all'alt intimatogli. Liggi ha sempre sostenuto la tesi della disgrazia ma i giudici non gli hanno creduto, condannandolo per omicidio volontario a 9 anni e 5 mesi di carcere. Grazie alla legge sull'indulto, il giovane cesenate, oggi 34enne, potrebbe usufruire del regime di semilibertà. Ma continua ancora a sperare nella concessione della grazia, che ha chiesto al Presidente della Repubblica nel maggio 2005.
Wikinotizie intervista Natale Liggi, papà di Ivan, anch'egli ex poliziotto, oggi in pensione.
WikiNotizie: Che cosa è successo ad Ivan il 24 febbraio 1997? Perché è partito quel colpo dalla sua pistola?
- Natale Liggi: Il 24 febbraio 1997 Ivan è andato in servizio in sostituzione di un suo collega, semplicemente per svolgere il suo lavoro. A seguito di una infrazione di un automobilista - che non si è fermato all'alt, dandosi alla fuga - ha innescato un inseguimento conclusosi purtroppo tragicamente, a causa della concitazione del momento. Il colpo è partito a motivo dell'imprudenza di Ivan, di una sua negligenza: avrebbe dovuto inserire la sicura alla sua pistola d'ordinanza, dopo averla riposta nella fondina.
WN: Per quale motivo, secondo lei, la magistratura ha ritenuto che Ivan abbia sparato con l'intenzione di uccidere?
- NL: I magistrati si sono attenuti ai risultati di una perizia balistica, peraltro un po' confusa, e alle testimonianze di tanti ragazzi (all'epoca minorenni) che hanno commentato e deposto dopo alcuni giorni dall'evento.
WN: Com'è stato, per un poliziotto, entrare in carcere da detenuto?
- NL: Per un tutore dell'ordine il carcere è la peggiore umiliazione che ci sia: colpisce la dignità di chi ha sempre creduto in certi valori.
WN: Nel 2005 suo figlio ha presentato domanda di grazia al Presidente della Repubblica: quante persone hanno aderito a questa richiesta?
- NL: Alla domanda di grazia presentata il 21 maggio 2005 al magistrato di Sorveglianza di Bologna sono state allegate 13.500 adesioni popolari. Ad oggi sono state raccolte oltre 20.000 firme.
WN: Ci sono Enti locali che hanno sposato la causa di Ivan?
- NL: Sono tante le Amministrazioni locali che hanno formalmente manifestato appoggio alla causa di Ivan: parlo di Comuni, Province e anche della Regione Emilia-Romagna. Complessivamente, questi Enti rappresentano milioni di cittadini.
WN: Da poco ha fondato il "Comitato per la grazia di Ivan Liggi". Ci vuole parlare di questa iniziativa?
- NL: Il 22 luglio a Cesena, in piazza Porta Pia, è stato presentato questo Comitato non giuridico: si tratta di un'organizzazione apolitica, apartitica, aconfessionale, volontaria e senza fini di lucro, che ha lo scopo principale di ottenere la grazia per Ivan. Tra gli scopi del Comitato, dunque, c'è la divulgazione dell'«odissea giudiziaria di Ivan Liggi» nonché il favorire la massima informazione, il massimo coinvolgimento e la più ampia mobilitazione dell'opinione pubblica affinché venga concessa la grazia a mio figlio, facendo ricorso a qualunque mezzo legittimo.
WN: Se potesse tornare indietro, desidererebbe ancora una divisa per suo figlio?
- NL: Quella della divisa è stata una scelta libera di Ivan, operata esclusivamente per vocazione: fin da bambino era il suo unico desiderio.
WN: Che cosa vede per il prossimo futuro di Ivan?
- NL: Vedo un futuro sicuramente più sereno; dovrà lasciarsi alle spalle questo brutto ricordo.
La storia
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