Intervista a Daniela Persico
Giovedì 8 agosto 2019
Daniela Persico è una collaboratrice del Film Festival Locarno.
Lavora per il Festival nel comitato di selezione dei film; è curatrice dell’evento L’immagine e la parola; si occupa della programmazione cinematografica di Locarno Kids.
Perché ha scelto questo lavoro?
Mi piace tantissimo il momento in cui i film incontrano il pubblico e il Festival è proprio il luogo in cui ciò avviene. I registi ci mettono molto tempo a girare un film, per esempio due o tre anni. Il Festival è il momento in cui il film non è più del regista, ma diventa del pubblico.
Lei da quanti anni lavora al Festival?
Lavoro al Festival da sette anni, prima mi occupavo del catalogo mentre adesso mi occupo di scegliere i film che vedete e di presentarli durante il Festival.
Cosa le piace in un film?
Mi piacciono i film quando sono sinceri, in cui il regista tiene alla storia che sta raccontando. Quando il film è una storia che appartiene alla propria vita, alla propria esperienza, questi sono dei film che mi intrigano.
Ma a lei le piace lavorare al festival ?
Sì, mi piace molto, perché mi ha dato la possibilita’ di conoscere tante persone diverse che vengono da tutto il mondo.
Qual è il film che ha proposto che trova più bello?
Tutti i film che proponiamo sono belli, sono particolarmente legata ai film italiani, tra cui il film di ieri sera che ha aperto Piazza Grande (Magari,ndr), è la storia di tre fratellini, che sono cresciuti quando anch’io ero piccola, quindi è un film che mi ha toccato particolarmente, perché mi ha fatto ricordare quando avevo la vostra età.
Oppure l’Apprendistato, che è un altro film di un giovane autore, che parla di un ragazzo che sta frequentando una scuola alberghiera per diventare cameriere, è tratto da una storia vera. Il ragazzo fa un sacco di pasticci, non riesce a stare fermo e per fare il cameriere bisogna essere molto fermi. Lui non ce la fa, è troppo vivace, e i professori non lo vogliono più nella loro scuola.
Quante ore passa a scegliere il film con la compagnia della sua commissione?
Tutti insieme passiamo soltanto due settimane a giugno, pero’ questo non vuol dire che il nostro lavoro duri solo due settimane, perché ci vediamo anche in altri momenti dell’anno, due volte a febbraio e a maggio. A febbraio, quando mi sveglio la mattina, inizio a guardare i film da scegliere per il Festival. Così come voi andate a scuola, io mi alzo alla mattina e guardo i film.
Come ha scoperto questo lavoro?
Mi piaceva moltissimo il cinema, però non sapevo bene cosa fare all’interno di questo ambito. Poi mi è capitata l’opportunità, visto che scrivevo bene, di iniziare a scrivere per un giornale ticinese, quindi venivo sempre qui al Festival a recensire i film. Mi piaceva sempre di più il Festival così ho cercato il modo per venire a lavorare qua.
Bisogna avere una qualità di carattere speciale per riuscire a scegliere i film migliori?
Bisogna conoscere la storia del cinema, però è meglio essere curiosi perché è molto bello mettersi in discussione e scoprire cose nuove. Idealmente è meglio evitare che ci siano sempre le stesse persone al Festival, altrimenti diventa tutto molto noioso. Sicuramente una delle cose più importanti per lavorare in un Festival è essere gentili perché quello di Locarno è un avvenimento dove vengono molte persone da tutto il mondo, alcune delle quali molto diverse da noi. Spesso sono un po' agitate perché è la prima volta che fanno vedere il loro film e quindi l’aspetto principale è che trovino delle persone gentili che sappiano capirle, e se qualche giornalista cattivo scrive brutte cose sul loro film, dobbiamo saperle consolare.
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