Saddam Hussein è stato giustiziato

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sabato 30 dicembre 2006

Saddam Hussein a processo, nel luglio 2004.

L'ex presidente dell'Iraq Saddam Hussein è stato giustiziato. Ne hanno dato l'annuncio agenzie di stampa arabe e americane.

L'esecuzione, così come era stato stabilito dal Tribunale speciale di Baghdad il 5 novembre scorso, e poi confermata alcuni giorni fa al termine del processo di appello, è avvenuta intorno alle ore 4:05 ora italiana (le 6:05 in Iraq) fuori dalla zona verde di Baghdad.

L'esecuzione è avvenuta tramite impiccagione e non tramite fucilazione, come aveva chiesto l'ex raìs, che voleva "evitare di essere ucciso come un bandito, preferendo la morte come si addice ad un soldato". Gli ultimi istanti di vita di Saddam sono stati filmati: broadcast americani e arabi hanno confermato l'avvenuta registrazione specificando l'esistenza di foto e video dell'esecuzione.

Saddam, vestito con una camicia bianca, una giacca blu, pantaloni e scarpe nere, e con il Corano tra le mani, ha rifiutato di essere bendato. L'ex raìs era ammanettato. Sarebbe salito su un patibolo alto cinque metri, dove un imam lo avrebbe aiutato a "pacificarsi con Allah". Quindi il boia (scelto fra un gruppo di volontari, in base al Codice Penale del 1969, quando Hussein era vicepresidente dell'Iraq) gli ha stretto il cappio al collo, fatto con la stessa corda che il regime di Hussein aveva usato per sbarazzarsi dei propri oppositori, alla presenza di un giudice, un magistrato della procura, un funzionario del ministero degli Interni e un medico. In totale, sette persone hanno assistito all'esecuzione.

Smentite le indiscrezioni secondo le quali con il raìs sono stati giustiziati anche il fratellastro Barzan Ibrahim e Awad Hamed al-Bandar, ex giudice capo della Corte Rivoluzionaria.

Il corpo è rimasto appeso al cappio per circa 10 minuti, prima che il medico ne accertasse il decesso e provvedesse alla copertura del corpo con un lenzuolo bianco.

Nel pomeriggio del 29 dicembre si erano rincorse voci circa un possibile trasferimento del prigioniero dalla custodia delle truppe statunitensi a quella irachena.

L'unica cosa certa era che il premier Nouri al-Maliki aveva firmato la sentenza di morte, che dunque diventava esecutiva e eseguibile in qualsiasi momento. Tuttavia, sempre nel pomeriggio del 29 dicembre, il ministero della Giustizia iracheno aveva affermato che l'esecuzione non sarebbe avvenuta prima del 26 gennaio, mentre la Casa Bianca aveva smentito il trasferimento del prigioniero. Secondo le ultime notizie, il condannato è stato consegnato alle autorità irachene solo davanti al patibolo. Prima della consegna ai familiari, la salma sarà posta in un luogo segreto.

Scene di giubilo soprattutto nella comunità sciita, ma attentati vendicativi (con numerosi morti) si sono avuti a Baghdad (3 autobombe), Kufa, Falluja e Ramadi.

A Tikrit, città natale dell'ex dittatore, è stato imposto il coprifuoco.

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