Continuano le indagini sulla morte di Tommaso Onofri

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2 aprile 2006

Il caso del piccolo Tommaso Onofri

Dopo il tragico ritrovamento del cadavere del piccolo Tommaso Onofri, il bimbo di diciotto mesi del parmense rapito il 2 marzo scorso, si aggiungono particolari sul suo rapimento e sulla sua uccisione, ad opera dei rapitori.

Tommaso ucciso perché piangeva

Il piccolo Tommaso sarebbe morto poco tempo dopo il rapimento. Le informazioni sono ancora contrastanti, a causa di due diverse versioni dei fatti che Alessi e Raimondi danno del rapimento. Dalle prime informazione raccolte dai cronisti, pare che i sequestratori abbiano lasciato la casa degli Onofri, a Casalbaroncolo, a bordo di uno scooter. Spaventati dalle luci intermittenti di un lampeggiante blu, probabilmente in uso alle forze dell'ordine, il conducente del motociclo ne avrebbe perso il controllo, rovinando a terra. Anche a causa dell'incidente, Tommaso avrebbe cominciato a piangere, gettando nel panico i suoi rapitori, preoccupati del rischio di essere scoperti. A quel punto, il bimbo potrebbe essere stato ucciso, oppure nascosto gravemente ferito.
Le prime indiscrezioni confermano, a questo riguardo, che il cadavere di Tommaso presenta segni di un colpo sul viso.

Il cadavere riconosciuto dallo zio

Il cadavere di Tommaso è stato riconosciuto, stamane, dallo zio, Cesare Fontanesi. I genitori del piccolo, invece, sono rimasti nella villetta di Martorano, di proprietà dello stesso Fontanesi e della moglie.

I genitori apprendono la notizia dal telegiornale

I genitori di Tommaso hanno saputo della confessione di Mario Alessi - il primo a crollare durante l'interrogatorio con gli inquirenti - guardando il telegiornale, intorno alle 20 di ieri. Paolo Onofri è uscito nel cortile, gridando disperato "No!". La moglie, Paola Pellinghelli, è stata colta da malore.

La rabbia e l'indignazione dell'Associazione detenuti non violenti

L'Associazione detenuti non violenti ha espresso "rabbia, indignazione e dolore" per la terribile morte di Tommaso. "Siamo vicini alla famiglia del piccolo Tommaso, i loro carnefici meritano una giusta punizione", ha scritto il presidente dell'Associazione dei detenuti, Evelino Loi. Che ha aggiunto: "I carnefici di Tommaso non potranno sfuggire all'ira ed alla rabbia di tutti i detenuti delle carceri italiane".

L'Associazione ha anche reso noto che, in occasione dei funerali del bambino, i detenuti osserveranno una giornata di lutto.

Fonti