Parla spagnolo, anzi basco, il tappone dello Zoncolan edizione 2011. Vincitore della quattordicesima frazione del Giro d'Italia, quella con la durissima ascesa sul "mostro della Carnia", è infatti Igor Antón, scalatore dell'Euskaltel-Euskadi. Partito tutto solo ai 6 chilometri dall'arrivo, il ventottenne nativo di Galdakao ha tenuto sulla distanza riuscendo alla fine a precedere di 33 secondi la maglia rosa Alberto Contador e di 40 l'italiano Vincenzo Nibali; più indietro Michele Scarponi e Denis Men'šov. Proprio in virtù dei distacchi e dei 20 secondi di abbuono, Antón sale sul terzo gradino della generale provvisoria. A guidare è sempre Contador, davanti a Nibali, in attesa della tappa di domani, quella con la Cima Coppi sul Passo Giau e l'arrivo a Gardeccia Val di Fassa.
Resoconto
Doveva essere la tappa anche del Monte Crostis, ma l'inedita salita, come annunciato nella serata di ieri, è stata tolta su decisione della giuria. Il percorso sostituivo – sempre con il via a Lienz e i GPM di terza categoria sul Passo di Monte Croce di Comelico e Passo di Sant'Antonio e quello di seconda sul Passo della Mauria – era identico a quella originale fino alla fine della discesa di Avaglio: si andava quindi a Cella e a Luincis, e dopo la salita di Tualis (con GPM di seconda categoria) si rientrava sul percorso originario a Ravascletto. A seguire Comeglians, Ovaro e la salita del Monte Zoncolan. Il nuovo percorso era di 190 chilometri. Durante la gara, però, una protesta dei tifosi per l'eliminazione del Crostis ha portato all'annullamento del Gran Premio della Montagna di Tualis. La carovana, giunta al Ponte di Muina, ha dovuto proseguire per Cella e Luincis e poi percorrere la statale della Val Pesarina fino ad Ovaro, ove è cominciato l'ascesa finale. Circa 172 i chilometri totali, 38 in meno rispetto alla cartina iniziale.
Protagonista assoluto della tappa, comunque, è il "mostro della Carnia", lo Zoncolan. Numeri impressionanti quelli dell'ascesa sul versante di Ovaro – 10,1 chilometri di salita, 1203 metri di dislivello fino a quota 1730 m s.l.m., pendenze medie dell'11,9% e massime del 22% – e impressionante pure la regolarità della salita, con i sei chilometri centrali ad una media del 15%. Decine di migliaia di tifosi hanno affollato le tribune naturali nello stadio all'aperto lungo tutto l'ultimo chilometro; importante il contributo degli Alpini e degli uomini della Protezione Civile, a fare da transenna umana sulle ultime rampe.
Giornata di gara caratterizzata dalla lunga fuga, inizata al chilometro 29, di tre atleti, gli italiani classe '87 Matteo Rabottini della Farnese Vini-Neri Sottoli (neoprò, figlio di Luciano Rabottini) e Gianluca Brambilla della Colnago-CSF Inox (maglia verde per due giorni a inizio Giro), e l'olandese Bram Tankink della Rabobank. Il gruppo ha lasciato spazio e sul Passo di Monte Croce Comelico (primo a passare l'uomo Colnago) i tre avevano già 10'05" sugli inseguitori, mentre sulla Mauria, ove a transitare per primo è stato ancora Brambilla, il gap era salito a ben 10 minuti e 32 secondi. Poi, complice il lavoro delle squadre dei migliori e l'ovvia stanchezza, i battistrada hanno approcciato l'ascesa dello Zoncolan con soli 3'58" sul gruppone.
Rabottini ha perso contatto dopo poche centinaia di metri di salita, Brambilla ha invece allungato ma si è poi piantato ed è stato ripreso e superato da Tankink. Dietro, tra i migliori, hanno perso subito le ruote dei big i vari Garzelli, Sastre, Visconti. Ai meno 6, dopo un velleitario tentativo d'attacco di Joaquim Rodríguez – in breve lo hanno raggiunto e staccato Antón, Contador e Scarponi – è partito tutto solo proprio Igor Antón. La fuga di Tankink, ultimo a resistere, si è esaurita poco dopo i 5 dall'arrivo: Antón lo ha passato e ha proseguito in solitaria. Al suo inseguimento si sono messi Contador, Nibali e Scarponi, poi quest'ultimo si è staccato; il basco ha pian piano incrementato il margine sui due avversari, mentre la maglia rosa staccava per due volte Nibali. Sul traguardo ha potuto esultare proprio Igor Antón. È il primo straniero ad imporsi sullo Zoncolan, dopo i due successi di Gilberto Simoni nel 2004 e nel 2007 e quello di Ivan Basso l'anno scorso. Tempo di ascesa 40'50" – resiste il primato di Simoni, 39'03" nel 2007 – ad una media di 14,84 km/h. Contador ha tagliato la linea d'arrivo a 33 secondi, Nibali a 39, Scarponi a 1'11", Denis Men'šov a 1'21" proprio mentre sulle spettacolari tribune naturali del "Mostro della Carnia" cominciava ad abbattersi una violenta grandinata. Più indietro Rujano e Kreuziger.
La classifica sorride ancora una volta ad Alberto Contador, che ora guida con 3'20" su Nibali, 3'21" su Antón e 4'06" su Scarponi. Domani a chiudere il trittico è il tappone dolomitico, la frazione più dura di tutto il Giro, ben 229 chilometri di sola montagna con tre Gran Premi della Montagna di prima categoria e la classica Cima Coppi, la vetta più alta del Giro, quest'anno posta sui 2236 m s.l.m. del Passo Giau. Il via è a Conegliano Veneto, l'arrivo al Rifugio Gardeccia in Val di Fassa, 1948 m s.l.m di quota.
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