Intanto ieri sera il Team Leopard-Trek, la squadra dello sfortunato Weylandt, aveva annunciato il proprio ritiro dal Giro. Il General Manager del sodalizio lussemburghese, Bryan Nygaard, ha ringraziato «le squadre, gli organizzatori e tutti i tifosi sulle strade che hanno voluto esprimere il loro cordoglio per la morte di Wouter Weylandt» mentre il tedescoFabian Wegmann, uno degli otto uomini Leopard, ha dichiarato: «Abbiamo grande rispetto per il Giro e la sua storia, ma non ce la facciamo proprio a correre in queste circostanze. Sappiamo di essere atleti professionisti ma crediamo che questa sia la cosa giusta da fare». Come previsto ha abbandonato la competizione anche Tyler Farrar, uno dei migliori amici del ventiseienne belga scomparso due giorni fa.
Resoconto
Quinta tappa del Giro 2011 tra Toscana e Umbria: il via è a Piombino, si arriva a Orvieto dopo 191 chilometri di gara. Giornata soleggiata, percorso abbastanza vallonato. Sono numerose le salite, nessuna delle quali, comunque, particolarmente difficoltosa: due i Gran Premi della Montagna, entrambi di terza categoria, uno sul Saragiolo (930 m s.l.m.) dopo 120 chilometri di gara e uno sulla Croce di Fighine (732 m s.l.m. con punte del 15%) ai meno 36 dallo striscione finale. Presente anche un Traguardo Volante nel comune di Arcidosso; la peculiarità della frazione odierna sono tuttavia i tre tratti di "strada bianca", il tipico sterrato toscano, che caratterizzano quasi 18 degli ultimi 40 chilometri. L'arrivo è in salita, si affronta lo strappo di Sferracavallo, 650 metri al 12%.
Dopo dodici chilometri di corsa ha preso il largo lo svizzeroMartin Kohler, venticinquenne del BMC Racing Team. Nell'arco di una cinquantina di chilometri è riuscito a prendere un margine di 12 minuti e 40 secondi, poi il gap ha preso come al solito a calare: ad Arcidosso, dopo 106 km di corsa, lo svizzero aveva ancora 8 minuti di vantaggio, mentre a Saragiolo ne aveva poco più di sette. Proprio sulla discesa del GPM nel gruppo sono caduti in quattro: anche lo statunitense Christopher Butler, per il quale si era temuto, è riuscito a riprendere.
Sulle strade bianche niente fango, a differenza dell'anno scorso, ma tanta polvere. A San Casciano dei Bagni è iniziato il primo dei tre tratti, in salita: Kohler ha sofferto parecchio e ha perso diversi minuti, transitando sul GPM di Croce di Fighine con soli 3'27" sul gruppo. Sul secondo tratto di sterrato Dario Cataldo e Bram Tankink hanno provato, invano, a rientrare sullo svizzero, sono poi usciti in avanscoperta l'olandese Pieter Weening (Rabobank) e il francese John Gadret (AG2R La Mondiale). I due hanno raggiunto Kohler ai meno 10 dall'arrivo. Poco prima era caduto e rimasto a terra il giovane Tom-Jelte Slagter, subito medicato dall'équipe del dottor Tredici.
Ai quattro chilometri Pieter Weening ha messo a segno l'azione decisiva, andandosene da solo e resistendo al rientro dei migliori, guidati da un arrembante Michele Scarponi. Sull'ultima salita è riuscito a difendere il vantaggio ed ha potuto così tagliare il traguardo a braccia levate e con otto secondi sul gruppo dei big, regolato dal colombianoFabio Duarte (Geox-TMC). I favoriti hanno conservato i distacchi, mentre Millar, in difficoltà sullo Sferracavallo, ha perso ben 2'50" e ha dovuto cedere a Weening il simbolo del primato. Maglia verde a Kohler.
Qualche polemica per la presenza dei tratti di sterrato. Pungenti le parole di Danilo Di Luca, vincitore del Giro 2007 e quest'anno in gara con il team Katusha, al termine della tappa: «Io ritengo che il Giro d'Italia sia una corsa su strada. Non facciamo ciclocross o mountain bike, in queste condizioni non è ciclismo su strada». Cauto invece uno dei favoriti per la vittoria, Vincenzo Nibali, oggi sesto: «Ho cercato di non prendere rischi e di restare nelle prime posizioni». Domani la sesta tappa, da Orvieto a Fiuggi, 216 chilometri di continui saliscendi: l'arrivo è in salita, possibili le sorprese.
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